Loading…

LA PUGLIA

Le campagne pugliesi sono uno spettacolo a cielo aperto.

Tra la rucola e l’avena, la cicoria e rosmarino, il mirto e il grano, chiassosi papaveri adornano di rosso i campi.

Il silenzio ha il suono delle cicale e il cielo appartiene a grillai, rondini, ghiandaie e corvi.

In certi orari l’immensità è avvolgente.

Potresti scorgere un palloncino rosso oltre le nuvole, quello è il sogno di un bambino.

“FINGER FOOD” TUTTO BARESE: LE SGAGGLIOZZE!

Barivecchia è uno scrigno di ricchezza, che si svela solo ai viaggiatori più sensibili.

Oltrepassando il perimetro che separa il borgo antico dal centro cittadino verrete subito avvolti dal fresco profumo del bucato oppure dal cloro della candeggina.

Infatti, gli storici abitanti della anziana città usano lavare le antiche chianche in pietra, prospicienti le loro abitazioni, con secchiate di acqua e varichina.

Qui udirete il vociare dialettale della vivace quotidianità domestica e commerciale.

Ma passeggiando nel dedalo di archi e viuzze c’è un altro profumo che a barivecchia è davvero inconfondibile: quello della frittura.

Antiche regine del “cibo di strada” sono le “sgaggliòzze”, che si possono ben considerare le antesignane del modernissimo “finger food”.

Molte delle invenzioni che costellano il cammino dell’umanità nascono dal caso.

Così anche la storia gastronomica che portò poi alle famosissime “sgaggliòzze”.

Il successo della sgagliozza non sarebbe nato se “Finella”, ancora bambina, non fosse stata portata con tutta la sua famiglia a Milano.

Lì conobbe e imparò ad apprezzare la polenta, alimento povero ma nutriente e molto diffuso in Lombardia.

Ritornata a Bari negli anni ‘40 fu costretta a guadagnarsi da vivere e mantenere la sua famiglia.

Il fatto è che suo padre (tal Umberto Amoretti, detto “u’ndrepède” -l’intrepido-), aduso al girovagare per il mondo, lasciò la famiglia ad una vita di stenti.

Fu così che Finella ebbe l’idea di posizionarsi con un pentolone di alluminio e olio bollente sotto l’Arco di San Pietro, per friggere quadratini di polenta, quella stessa che aveva conosciuto nella c.d “Altra Italia”, da lei reinventata in maniera rivoluzionaria.

Il successo fu immediato, così come le emulatrici, che, come Finella, presero a vendere polenta fritta, posizionandosi in diversi angoli di barivecchia.

Tuttora, nelle regioni del Nord Italia, la polenta fritta viene considerata un’eresia, laddove invece noi baresi ne amiamo la saporita croccantezza e la consideriamo una irresistibile prelibatezza gastronomica.

Una invenzione tutta barese è anche quella de “u’ cuggne” che ha dato origine al prosciutto tagliato alla barese…ma questa è un’altra storia.